Per noi addetti ai lavori e anche per chi mastica un po’ di SEO, la differenza tra indicizzazione e posizionamento sui motori di ricerca è un concetto ben chiaro che non meriterebbe un ulteriore approfondimento. Eppure capita ancora frequentemente, anche tra persone all’interno del settore, che i due termini vengano usati erroneamente in modo intercambiabile e con sovrapposizioni che non fanno altro che accrescere la confusione.
Indicizzazione e posizionamento sono due termini ben distinti, sia a livello semantico che in base alla “sfera di competenza”: l’indicizzazione è infatti un’attività dei motori di ricerca, indipendente dalle attività SEO (che tuttavia possono migliorarla e correggere eventuali errori), mentre il posizionamento è un’attività ben precisa messa in pratica dallo specialista SEO di turno all’interno di una strategia più ampia.
Cos’è l’indicizzazione?
L’indicizzazione è l’attività attraverso cui i motori di ricerca, dopo aver scansionato i contenuti trovati in rete, li inseriscono appunto in un proprio indice, che utilizzano per fornire i risultati in base ad una determinata query. Si tratta pertanto di una mera attività di classificazione, che non ha niente a che vedere con le posizioni (anche se è ovvio che ai fini del posizionamento conta come e quali contenuti sono indicizzati).
Come migliorare l’indicizzazione di un sito web
Quindi i SEO che promettono di indicizzare il sito su Google, stanno promettendo una cosa che in realtà big G e gli altri motori fanno in automatico. Quello che invece un SEO può fare per migliorare l’indicizzazione è accertarsi che non ci siano errori di scansione o risorse bloccate e/o inesistenti. Una buona struttura di navigazione, contenuti ottimizzati e una buona velocità di caricamento aiutano gli spider e possono ottimizzare il crawl budget a disposizione: un sito ben ottimizzato viene scansionato più frequentemente e riesce a far indicizzare più pagine e più velocemente, spesso anche poco dopo la pubblicazione. Viceversa se il sito presenta problemi strutturali, il crawler potrebbe avere problemi durante la visita e quindi potrebbe ridurre la frequenza di scansione e il tempo dedicato (appunto il crawl budget).
In questa fase il SEO può decidere eventuali contenuti che non devono essere indicizzati dai motori di ricerca: può impedirne la scansione bloccandoli nel robots.txt, oppure può permettere la scansione, ma richiedere che non vengano indicizzati, attraverso l’inserimento di un tag noindex. Tuttavia in questo caso non è detto che i motori recepiscano tale istruzione e quindi potrebbero comunque indicizzare le pagine.
Cos’è il posizionamento
Il posizionamento è invece tutta quella serie di attività che un SEO mette in pratica per fare in modo che il sito compaia il più in alto possibile nei risultati di ricerca (SERP) per determinate query effettuate con keyword rilevanti per il settore di mercato in questione.
Le operazioni necessarie per posizionare un sito sono molte ed è qui che il SEO ha un margine di manovra molto ampio per migliorare i risultati. Le attività SEO si riferiscono poi al solo posizionamento organico, vale a dire quella naturale, non influenzato da campagne PPC. È sempre bene ricordare però che il posizionamento fine a se stesso non deve essere un obiettivo, ma solo uno dei mezzi per raggiungere quello che dovrebbe essere l’obiettivo finale di ogni campagna SEO: aumentare le conversioni, senza perdersi dietro a vanity metrics come appunto il posizionamento o il traffico, che da sole non servono a nulla se non contribuiscono ad aumentare la visibilità e l’autorevolezza del brand e quindi, di conseguenza, il fatturato.